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Fornara, Carlo.

Pittore italiano. Di modeste origini, dimostrò una sicura vocazione per la pittura fin dall'età di 13 anni. Si iscrisse alla scuola di Cavalli, della quale seguì i corsi per sette anni, giungendo a poco a poco a comprendere il valore dei grandi veneti del '500, Rubens, Van Dyck, Velázquez, Chardin, Rembrandt, Watteau, Monticelli, e quindi dei maestri dell'Ottocento, da Corot a Courbet, Rousseau, Manet, ecc. L'attività espositiva di F. cominciò nel 1891, quando inviò alla Triennale di Milano due opere che vennero collocate nella stessa sala della Maternità di Previati e de Le due Madri di Segantini. Con gli stessi pittori, l'artista si sarebbe più tardi legato all'editore e gallerista Grubicy. Nel 1892 ebbe luogo a Torino una grande Mostra postuma di Fontanesi, che esercitò notevole influenza su F., stimolandolo ad approfondire i problemi di luce e colore che i puntinisti francesi proponevano agli artisti italiani. Dal 1894 in poi infatti F. divenne uno dei più interessanti e coerenti esponenti del Divisionismo. Nello stesso 1894 e nel 1895 soggiornò a lungo a Parigi, dove ebbe modo di conoscere direttamente i frutti della stagione impressionista. La sua tavolozza si fa notevolmente più vivace e sonora, gli effetti diventano più luminosi. Da questa sintesi di Impressionismo francese e Divisionismo italiano nasce una delle opere più discusse di F., En plein air, le cui intenzioni programmatiche risultano chiaramente leggibili dal titolo stesso, che si rifà al modo impressionista di dipingere all'"aria aperta". L'opera viene inviata alla Triennale di Milano del 1897, suscitando enormi polemiche. Infine viene scelta con altre opere per rappresentare l'arte italiana all'Esposizione di Pietroburgo del 1899 e a quella di San Francisco del 1903. Sempre nel 1899 F. partecipò alla Biennale di Venezia con Pascolo d'Ottobre e Pomeriggio estivo. Nell'anno successivo è di nuovo presente alla Triennale di Milano con tre tele. Nel 1902 viene invitato al Gran Premio della Biennale di Torino. Seguirono una personale con 25 opere alla Permanente milanese. Tra il 1903 e il 1905 F. soggiornò a lungo in alta montagna traendone ispirazione per opere come Aquilone, Fontalba, Sera, Tristezza autunnale. Con quest'ultima opera ottenne nel 1905 la medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale di Monaco. Nel 1907 partecipò con 50 opere e un'intera sala personale all'Esposizione dei Divisionisti Italiani tenutasi a Parigi. Successivamente ottenne il Premio all'Esposizione Internazionale di Bruxelles. Tra il 1910 e il 1911 la sua popolarità cominciò a raggiungere varie città del Belgio, dell'Olanda e della Germania. Seguì un viaggio nell'America Latina, dopodiché nel 1912 partecipò con una sala personale e 40 opere all'Esposizione Anglo-Latina a Londra. Nel 1914 è di nuovo alla Biennale di Venezia con 30 opere. L'anno successivo espone alla Permanente di Milano con Previati. Al 1916 appartiene la grande Conquista della terra, commissionatagli dal Museo di Buenos Aires. Segue un periodo di quasi totale inattività dovuta alla morte dei genitori. Nel 1921 infine la Biennale di Venezia espone 30 sue opere in una sala personale. Dal 1922 l'artista si stabilì definitivamente in Val Vigezzo. Qui dipinse Splendori d'ottobre, Ciliegio fiorito, Raccoglitrice di ghiande, Carbonai. Nel 1940 morì la donna che lo aveva seguito dal 1932, e la grave perdita provocò una nuova lunga pausa nell'attività dell'artista che sarà rotta solo quattro anni più tardi. Dopo d'allora la produzione pittorica di F. si fece meno folta e comunque costantemente centrata sul tema del paesaggio, filtrato attraverso la tecnica divisionista che lungo tutto l'arco della sua vicenda artistica, non subì grandi modifiche (Prestinone di Val Vigezzo 1871-1968).